AI, arte e etica

AI, arte e etica

“Il modello potrebbe aumentare l’efficienza nell’esecuzione di alcuni compiti, come il fotoritocco o la produzione di fotografie d’archivio, che potrebbero sostituire i posti di lavoro di designer, fotografi, modelli, redattori e artisti”. È quel che si legge con qualche inquietudine nella scheda sui rischi di Dall-E 2, algoritmo di intelligenza artificiale (AI) in grado di generare foto, dipinti e illustrazioni partendo da una breve richiesta testuale o da un’altra immagine, realizzato da OpenAI, la stessa società che nel campo dei testi ha lanciato ChatGPT.

Non solo: negli ultimi mesi sono state rese disponibili diverse app che hanno la stessa funzione.
Quelle di cui si parla di più sono Midjourney, che ha una resa particolarmente professionale tanto che al concorso artistico annuale della Colorado State Fair tal Jason M. Allen di Pueblo West è stato premiato per un dipinto iper realista creato proprio con Midjourney, suscitando un vespaio di polemiche; e soprattutto Stable Diffusion, che a differenza dei concorrenti ha anche una versione online completamente gratuita, pur con qualche limite

Le proteste del mondo dell’arte e la questione copyright

Ma la gratuità rende disponibile a tutti la potenza dell’intelligenza artificiale applicata alla creazione di immagini, alzando l’asticella proprio come ChatGPT ha fatto per i testi. Ne è nata una causa legale da parte di alcuni artisti che si sentono direttamente minacciati dalla diffusione di questi algoritmi di intelligenza artificiale.
L’accusa è quella che le società che sviluppano AI abbiano violato i diritti di milioni di artisti addestrando i loro strumenti su miliardi di immagini prelevate (con il meccanismo dello scraping) dalla rete senza il loro consenso. Si tratta dunque di “evitare di inondare il mercato con un numero praticamente illimitato di immagini contraffatte pronto a infliggere danni permanenti al mercato dell’arte e degli artisti”.
Le aziende sotto accusa si difendono, sostenendo di fare come qualsiasi essere umano, che impara dalle opere esistenti e poi ne produce di proprie.

Ma è proprio così? Il problema è nel funzionamento dello scraping.
Prendiamo per esempio Stable Diffusion: come la maggior parte dei sistemi di intelligenza artificiale, viene addestrato su un vasto bacino di dati che analizza alla ricerca di modelli e impara a replicare. In questo caso, il database (noto come LAION-5B) è costituito da un pacchetto di oltre 5 miliardi di coppie di immagini e tag di testo, tutti prelevati dal web pubblico – che peraltro non è gestito da Stability AI ma dalla stessa LAION, organizzazione no-profit con sede in Germania.
Secondo un’analisi indipendente basata su un campione di 12 milioni di set di dati, LAION-5B contiene molti contenuti protetti da copyright: quasi la metà delle immagini sono state prese da soli 100 domìni. Il più conosciuto è Pinterest, che costituisce circa l’8,5% delle immagini campionate; ci sono poi i siti noti per l’hosting di contenuti generati dagli utenti (come Flickr, DeviantArt e Tumblr) e siti di foto stock come Getty Images e Shutterstock. Si tratta di fonti che contengono contenuti protetti da copyright, siano essi di artisti indipendenti o fotografi professionisti.

Il vero problema non è la tecnologia, ma le mancanza di regolamentazioni

“È fondamentale riconoscere l’impatto reale dell’AI. I piccoli lavori su commissione definiscono gli aspiranti artisti del settore e rappresentano un mercato vitale per gli artisti professionisti che non vogliono essere vincolati al lavoro in studio su grandi franchise” ha commentato l’art director Logan Preshaw in un recente thread divenuto virale su Twitter dedicato ai software artistici AI.
“L’adattamento è necessario non perché l’AI sia necessaria, ma perché esiste in un vuoto di legalità che potrebbe non essere mai affrontato. Molte persone fingono che viviamo in un’utopia di innovazione tecnologica infinita che aiuta progressivamente le persone. Non è così. Viviamo in un mondo capitalistico e disordinato, dove gli artisti di tutte le forme lottano per una retribuzione adeguata e per la sindacalizzazione.”

fonte: screenshot

Non tutti, però, sono così negativi sui nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale.
“Dall-E è uno strumento meraviglioso per chi, come me, non sa disegnare” dice per esempio Benjamin Von Wong, un artista che realizza installazioni e sculture, e usa la tecnologia per testare idee che potrebbero poi essere trasformate in opere d’arte fisiche, citato da Wired. “Invece di creare degli schizzi dei concetti, posso semplicemente realizzarli attraverso richieste testuali”.

“C’è un senso di sciagura imminente esagerato all’interno della comunità artistica”, gli fa eco Noah Bradley, un artista digitale che pubblica tutorial su YouTube sull’uso degli strumenti di intelligenza artificiale. Per lui, anche se nel settore c’è chi dà per scontato che le macchine possano sostituire il lavoro creativo umano, l’impatto di software come Dall-E sarà invece simile a quello degli smartphone sulla fotografia: la creatività visiva diventerà più accessibile senza sostituire i professionisti.
“Per ottenere immagini efficaci e spendibili, infatti, è ancora necessaria un’attenta opera di messa a punto dopo la creazione. Creare arte è molto complesso e le macchine non sono ancora pronte” aggiunge Bradley.

C’è chi la pensa allo stesso modo: “Le applicazioni basate sull’AI come Stable Diffusion e Midjourney possono essere un’opportunità per i professionisti del design e dell’arte di migliorare la loro attività e di espandere le loro capacità creative. Sebbene ci sia il rischio di una riduzione del lavoro per i professionisti meno esperti, l’esperienza e il talento umano rimangono insostituibili nella creazione di opere d’arte e di design uniche e personalizzate. Quindi, anziché percepire queste applicazioni come una minaccia, i professionisti del settore dovrebbero considerarle come un’opportunità per migliorare la loro attività e ampliare il loro talento”.
L’ha detto un filosofo del design favorevole al progresso tecnologico? No, ChatGPT, il chatbot per la generazione di testo basato su AI e machine learning, realizzato da OpenAI proprio come Dall-E 2, da noi interpellato in materia: gratuitamente.

R.V.

Designed by IdLab – Developed by S4Studio