Perché COP27 non sarà l’ennesimo meeting sul clima

Perché COP27 non sarà l’ennesimo meeting sul clima

La Conference of Parties (COP) è l’evento annuale promosso dalle Nazioni Unite che vedrà riunirsi i rappresentanti dei 198 paesi firmatari dell’ UNFCCC – Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici – il cui obiettivo finale è quello di “stabilizzare le concentrazioni di gas a effetto serra a un livello tale da prevenire pericolose interferenze antropogeniche (indotte dall’uomo) sul sistema climatico”.

La conferenza, giunta alla sua 27esima edizione, è iniziata il 6 novembre a Sharm El-Sheikh e terminerà venerdì 18. Ci sono tutte le premesse per far sì che ci possa essere un miglioramento netto delle politiche climatiche.

Ripartire dopo COP26

L’ultima edizione, denominata COP26, si è tenuta a Glasgow nel novembre 2021. Ha riunito i rappresentanti di quasi 200 Paesi e di numerose associazioni ed aziende attive a livello globale. 

La conferenza si è conclusa con l’adozione del Patto per il Clima di Glasgow, che ha sottolineato e dato nuova linfa agli sforzi compiuti per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi del 2015 “limitare l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali e proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C”.

I punti principali della COP27

Come riportato dal sito ufficiale della COP27, durante questa edizione verranno trattate quattro tematiche fondamentali:

  • Mitigazione
    Per limitare l’aumento della temperatura media globale sotto i 1,5 °C c’è bisogno di aumentare gli sforzi da parte di tutte le parti, in particolare di coloro che sono in grado di farlo e di coloro che possono dare l’esempio. Nello specifico, questa edizione della COP dovrà essere testimone della messa in pratica del Patto per il Clima di Glasgow, e della revisione dei Contributi Determinati a Livello Nazionale (NDC).
  • Adattamento
    Al fine di anticipare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e di intraprendere azioni ragionate per prevenire o ridurre al minimo i danni causati dal cambiamento climatico, gli stati devono compiere progressi cruciali al fine di tutelare ed assistere le comunità più vulnerabili.
  • Finanza
    La maggior parte degli impegni presi dagli stati durante le scorse edizione delle COP, fino ad oggi, non sono stati rispettati. C’è bisogno di ridurre il gap tra il nord ed il sud del mondo, agevolando la circolazione di fondi utili allo sviluppo di progetti atti a combattere il cambiamento climatico. Uno su tutti, rispettare l’erogazione dei 100 miliardi di dollari all’anno promessi per assistere i Paesi in via di sviluppo.
  • Collaborazione
    I negoziati delle Nazioni Unite sono basati sul consenso. Tutte le parti interessate devono essere d’accordo con le decisioni prese e, come è possibile immaginare, non è semplice mettere d’accordo i rappresentanti dei 198 stati. C’è bisogno di creare nuovi progetti e nuovi metodi di comunicazione al fine di agevolare la collaborazione non solo tra stati, ma anche tra diversi stakeholders, come rappresentanti del settore privato e delle associazioni senza scopo di lucro.

di Daniele Guadagnolo

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